La Dismorfofobia
By: Risorsa Uomo
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La Dismorfofobia
Il Disturbo di Dismorfismo Corporeo rientra nella più ampia categoria dei disturbi somatoformi, che si caratterizzano per la presenza di sintomi fisici non giustificati da alcuna condizione medica generale né dagli effetti di una sostanza o da un altro disturbo mentale.
Tutti noi abbiamo qualcosa che non ci piace del nostro aspetto. Un naso grosso, un dente storto, oppure gli occhi troppo grandi o troppo piccoli. Anche se queste imperfezioni possono infastidirci, non interferiscono con la nostra vita quotidiana. Invece, nella dismorfofobia, l’elemento peculiare è proprio la preoccupazione eccessiva per un difetto nell’aspetto fisico, che può essere totalmente immaginario, oppure, se è presente una reale piccola anomalia fisica, tale preoccupazione è di gran lunga superiore al normale.
Le lamentele riguardano spesso difetti lievi o immaginari della faccia o della testa, come i capelli più o meno folti, l’acne, rughe, cicatrici, manifestazioni vascolari, pallore o rossore, sudorazione, asimmetrie o sproporzioni del viso, oppure eccessiva peluria.
Altre preoccupazioni comuni di queste persone riguardano la forma, le misure, o qualche altro aspetto di naso, occhi, palpebre, sopracciglia, orecchie, bocca, labbra, denti, mascella, mento, guance o testa. Tuttavia, ogni altra parte del corpo può diventare motivo di preoccupazione (i genitali, le mammelle, le natiche, l’addome, le braccia, le mani, i piedi, le gambe, i fianchi, le spalle, la colonna, regioni più estese del corpo o le misure corporee globali, o la corporatura e la massa muscolare). La preoccupazione può riguardare simultaneamente diverse parti del corpo.
Alcuni uomini con un fisico normale o addirittura atletico si reputano gracili e tentano in tutti i modi di aumentare il peso e la muscolatura, una condizione chiamata dismorfia muscolare.
Il soggetto dismorfofobico può descrivere le zone del corpo che non accetta come brutte, poco attraenti, deformate, ripugnanti o mostruose.
La maggior parte dei soggetti dismorfofobici non è consapevole di avere un aspetto effettivamente normale e ha difficoltà a tenere a bada le proprie preoccupazioni.
Quando e chi colpisce?
Questo disturbo colpisce circa il 2-3% delle persone ed è leggermente più comune tra le donne, anche se riguarda assolutamente entrambi i sessi; si osserva principalmente negli adolescenti, ed è strettamente legato alle trasformazioni dell’età puberale. L’età media d’insorgenza della dismorfofobia è tra i 16-17 anni ma l’età d’esordio più comune è di 12-13 anni anche se solitamente è graduale, e può diventare cronico se non viene adeguatamente trattato.
Se riguarda soggetti adulti la situazione è più complessa, perché con la fine dell’adolescenza la persona dovrebbe acquisire un senso di fiducia in sé stessa tale da consentirle la possibilità di relazionarsi armonicamente con gli altri, senza essere afflitta da complessi di inferiorità legati all’aspetto fisico, né tanto meno da sintomi evidenti quali quelli della dismorfofobia.
La gran parte dei soggetti con questo disturbo sperimentano grave disagio per la loro supposta deformità, descrivendo spesso le loro preoccupazioni come “intensamente dolorose”, “tormentose”, o “devastanti”; trovano le loro preoccupazioni difficili da controllare, e fanno pochi o nessun tentativo di resistervi.
Quali sono le conseguenze?
Come conseguenza, i dismorfofobici spesso passano molte ore al giorno a pensare al loro “difetto” e a come porvi rimedio (talvolta ricorrendo a chirurgia estetica o ad auto-manipolazioni che possono peggiorare la situazione), al punto che questi pensieri possono dominare la loro vita. I sentimenti di vergogna, per il proprio “difetto fisico”, possono portare all’evitamento delle situazioni di lavoro, scuola o di contatto sociale.
Queste persone mettono in atto compulsioni allo scopo di esaminare, migliorare o nascondere il presunto difetto. Ad esempio, tendono a controllarsi allo specchio o ad altre superfici riflettenti, mostrano eccessiva cura del proprio aspetto, tendono a pettinarsi o lavarsi ripetutamente, effettuano confronti continui con l’aspetto fisico altrui, ricercano rassicurazioni o tentano di convincere gli altri circa il proprio difetto.
Un altro rischio comune è che questi soggetti decidano di sottoporsi alla chirurgia estetica, convinti che questa porrà fine alle loro sofferenze. Purtroppo, però quando queste preoccupazioni sono di carattere ossessivo, sono indipendenti dall’effettivo aspetto fisico e quindi queste soluzioni, per quanto drastiche, non portano mai a dei miglioramenti.
Come si può intervenire?
La cura della dismorfofobia può essere efficacemente effettuata con una terapia psicoterapica, mutuando molte tecniche da quelle impiegate per il trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi, con cui vi sono varie affinità. Nell’ambito di questa terapia, lo psicoterapeuta aiuta il soggetto a:
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sviluppare una visione estetica di sé più accurata e funzionale,
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fornire le basi per capire il disturbo,
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fornire tecniche pratiche per la gestione di ansia ed emozioni negative,
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riconoscere e modificare i pensieri irrazionali che provocano disagio,
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ridurre i comportamenti compulsivi (esempi specchiarsi o escoriarsi),
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a partecipare e sentirsi più a proprio agio nelle situazioni sociali.